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ARTI LIBERALI

Insegnamenti del trivio (grammatica, dialettica e retorica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia) impartiti nelle scuole medievali europee. Costituivano il nocciolo imprescindibile degli studi: solo raggiunto il grado di maestro delle arti era infatti possibile accedere a una delle tre facoltà universitarie superiori di teologia, diritto e medicina. La definizione è di origine romana. Secondo Seneca e Quintiliano, già negli ultimi decenni della repubblica e durante l'impero la grammatica, la geometria e la musica erano considerate materie preparatorie allo studio della retorica e della filosofia. La prima classificazione precisa si ebbe comunque con Marziano Capella, nel De nuptiis Mercurii et philologiae (410). Già sant'Agostino ne aveva sottolineato l'importanza per chiunque fosse interessato a procedere sulla via della conoscenza dell'anima e di Dio. Il successivo prevalere della dialettica tra le materie del trivio come vera e propria introduzione al sapere filosofico e quindi alla teologia, accentuò la funzione propedeutica delle arti liberali, che rimasero per secoli, pur nell'ambito di una più ampia classificazione delle scienze, a fondamento dei programmi scolastici e delle culture occidentali.